Finalmente il percorso in Parlamento per approvare una nuova legge elettorale sembra entrato nel vivo. Abbiamo il dovere di farlo.
Il Pd ha avanzato una buona proposta: un sistema che richiama il modello tedesco, non molto diverso dalla legge Mattarella, che è stata in vigore fino al 2001. Il 50% dei deputati e dei senatori sarebbero eletti nei collegi uninominali, il miglior metodo per scegliere i parlamentari. Da sempre questa impostazione è quella nostra; voglio dire del Partito Democratico. In ciascun collegio ogni partito o coalizione presenta un solo nome, un volto che deve conquistarsi, con la sua autorevolezza e credibilità, i voti dei cittadini. Una volta eletto dovrà rispondere ai cittadini del collegio, non solo a quelli che lo hanno votato ma a tutti. Da quando Berlusconi, Calderoli e la destra abrogarono la legge Mattarella, si è ridotto il prestigio del Parlamento ed è crollato il rapporto tra eletti ed elettori.
L’altro 50% dei parlamentari sarebbe eletto in piccole liste circoscrizionali, con pochi candidati – al massimo quattro – riconoscibili, con una distribuzione proporzionale dei seggi, tra le forze politiche che abbiano superato il 5% dei consensi. Viene così realizzato un equilibrio tra diritto alla rappresentanza e necessità della governabilità. Le democrazie moderne sono forti se assicurano la realizzazione di entrambi questi obiettivi. La nostra proposta lo fa.
Pensare che la ragione d’essere di un partito nel 2017 sia la rendita di posizione data da un risicato 3% e dalla speranza di esercitare un diritto di veto, è tenere la testa rivolta al passato. Soprattutto non darsi come funzione quella di pensare al Paese e al suo futuro. Con questa legge elettorale possono nascere alleanze e coalizioni omogenee: il compito del Pd, a mio avviso, è quello di dare vita ad un nuovo centrosinistra unito, plurale, europeista. Proprio la piena adesione al percorso per costruire una vera democrazia sovranazionale europea è il discrimine primo per farne parte. Non possiamo permetterci ambiguità.
MI auguro sinceramente che gli amici di Articolo 1-Mdp sostengano questa proposta: i collegi e un sistema maggioritario ragionevole sono punti fermi che ci uniscono da sempre. Il rifiuto dei capilista bloccati ci è stato comune. L’invito è esteso anche agli altri alleati ed alle opposizioni: possiamo approvare una buona legge e dare all’Italia un sistema elettorale affidabile e duraturo.