“Al Ddl che ho firmato con Fornaro e altri 22 senatori del Pd per l’elezione dei senatori, fatto proprio dalla Direzione del partito, hanno ad ora aderito anche i senatori Astorre, Borioli, Caleo, Cantini, Cardinali, Esposito, Mirabelli, Vaccari, Verducci, Stefano, Uras. Il disegno di legge è frutto di un percorso che ha visto nel 2014, sul primo Ddl di riforma costituzionale, 14 senatori del Pd non partecipare al voto finale, per la non elettività diretta dei senatori da parte dei cittadini, per le insufficienti garanzie nell’elezione del presidente della Repubblica e dei giudici costituzionali, per la carenza di strumenti di partecipazione offerti ai cittadini. Altrettanti senatori della cosiddetta minoranza votarono invece a favore senza battere ciglio”.
Lo afferma in una nota il senatore del Pd Vannino Chiti.
“Dopo l’intesa realizzata nel Pd e nella maggioranza attorno agli aspetti critici che avevamo segnalato – aggiunge Chiti – nel settembre 2015 e poi nel 2016 abbiamo votato sì in modo compatto. I 74 consiglieri regionali/senatori saranno scelti dai cittadini; l’elezione del presidente della Repubblica e dei giudici costituzionali è sottratta al predominio delle maggioranze di governo; sono state meglio chiarite le competenze del Senato e arricchiti gli strumenti di partecipazione diretta dei cittadini.
Pur evitando toni polemici, non riesco a comprendere come si possa votare tre volte a favore di una riforma costituzionale, alla Camera o al Senato, e poi a sostenere il No nel referendum. Mi auguro sinceramente che questa scelta non mini la futura tenuta unitaria del Pd, fondamentale non solo per noi ma per la democrazia nel nostro Paese”.