Il 2016 è l’anno più caldo di sempre. È un dato allarmante nelle rilevazioni sul cambiamento climatico. Ma c’è di più: in base ai dati diffusi dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il 2015 è stato il primo anno nella storia dell’umanità in cui la presenza di anidride carbonica in atmosfera ha superato stabilmente la soglia di 400 parti per milione.
I livelli di anidride carbonica avevano precedentemente già raggiunto quella soglia per alcuni mesi dell’anno e in certi luoghi, ma mai prima d’ora su una base media globale e per l’intero anno. Le concentrazioni di CO2 non scenderanno sotto tale livello per molte generazioni.
È necessario diffondere questi dati per mantenere alto il livello di attenzione: rischiamo di imboccare una via senza ritorno che porta alla distruzione del Pianeta. Per fortuna l’indirizzo politico a livello globale è cambiato, iniziano a compiersi passi significativi per rallentare il riscaldamento globale e mantenerlo al di sotto dell’aumento di 2 grandi centigradi rispetto al livello dell’era pre-industriale.
A fine 2015, 195 paesi hanno firmato l’accordo di Parigi nel corso della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. La notizia importante è che a settembre 2016 è stata ratificata da Usa e Cina, che insieme producono il 38% di emissioni di C02 nel mondo. Entrerà in vigore quando ci sarà la ratifica di almeno 55 Paesi, produttori del 55% delle emissioni globali. Perché ci sia quella dell’Italia era necessario che si esprimesse il Senato, mentre la Camera lo ha già fatto. Lo ha approvato questa mattina. È un accordo importante e ogni nuova ratifica è una forma di pressione per le successive.
L’accordo, in breve, ha l’obiettivo di restare ben al di sotto dei 2 gradi di aumento della temperatura, con l’impegno ad azioni che ne limitino l’incremento a 1,5 gradi; di arrivare a un equilibrio tra le emissioni da attività umane e le rimozioni di gas serra nella seconda metà di questo secolo. Tutti i Paesi dovranno predisporre, e mantenere degli impegni definiti a livello nazionale, con revisioni regolari che rappresentino un progresso rispetto ai risultati già raggiunti, ponendosi traguardi più ambiziosi possibile. I Paesi sviluppati dovranno fornire risorse finanziarie per assistere quelli in via di sviluppo.
La nostra Terra è malata, ma possiamo ancora salvarla: per noi e per le generazioni che verranno.