La prima grande prova di governo del Movimento 5 Stelle è iniziata male, come nemmeno i più acerrimi avversari avrebbero potuto immaginare. Al Comune di Roma, con Virginia Raggi sindaco, da luglio a oggi è successo di tutto.
Mettiamo in ordine i fatti, non le opinioni di un esponente del Partito Democratico.
Una volta vinte le elezioni, Raggi ha impiegato più di due settimane per presentare la Giunta e la squadra dei suoi più stretti collaboratori. E lì sono iniziati i problemi: sono state fatte nomine illegittime, sono stati scelti e posti in posizione di primo piano personaggi tutt’altro che “nuovi”, alcuni assessori sarebbero addirittura stati suggeriti dallo studio legale Previti: Salvatore Romeo, funzionario del Comune, si era messo in aspettativa per essere poi richiamato dal sindaco nel ruolo di suo Capo segreteria, vedendo passare la propria retribuzione da 37mila a 120mila euro. Per avallare questa scelta è stata allontanata la dirigente responsabile delle risorse umane. Raffaele Marra, nominato vice capo gabinetto, è stato in passato collaboratore di Alemanno, Polverini e Panzironi, l’ex Ad dell’Ama con varie inchieste sulle spalle, condannato nel 2015 in primo grado per abuso d’ufficio e falso. Nel frattempo era esplosa una faida interna al Movimento, nemmeno smentita dai protagonisti, che a mezza bocca si limitavano a derubricarla a acceso confronto dialettico. Su fronti opposti si sono scontrati consiglieri comunali, esponenti romani e nazionali di 5 Stelle. Il capo di gabinetto in pectore Daniela Morgante, nome caldeggiato dalla deputata 5 Stelle Lombardi, veniva respinto da Raggi, in contrasto con quest’ultima. A Roma, in pieno agosto, scoppiava l’emergenza rifiuti mentre al Campidoglio si discuteva proprio della posizione dell’assessore all’Ambiente Muraro, ex consulente Ama, iscritta nel registro degli indagati in un’inchiesta sulla gestione dei rifiuti. Oggi scopriamo che Raggi, Di Maio e forse altri sapevano, ma hanno taciuto, mettendo per una volta da parte le posizioni forcaiole “made in 5 Stelle”, sempre utili contro gli avversari. Infine, pochi giorni fa, il potere incontrollato di Marra e Romeo e la vicenda Muraro hanno spinto alle dimissioni il capo di gabinetto e l’assessore al Bilancio, un magistrato e un dirigente della Consob stimati e rigorosi.
Questo è il riassunto dei primi due mesi di dilettanti allo sbaraglio alle prese con la difficile arte del governo. Emerge anche che la campagna del Movimento cinque Stelle a Roma è stata fortemente improntata e condizionata dalla destra estrema e dai suoi poteri di riferimento. Roma ha urgente bisogno di persone capaci, competenti e dotate di visioni strategiche. Le premesse invece sono quelle di uno sfascio imminente, che grava sulla capitale del nostro Paese.

PS: 9 settembre: apprendiamo che anche il neo assessore al Bilancio De Dominicis viene rimosso. Grillo nei giorni scorso avrebbe chiesto a Raggi di frenare su di lui, la sindaco avrebbe deciso di fare di testa propria e nominarlo, salvo poi annunciare su Facebook, ieri, che De Dominicis “non ha i requisiti”. Avanti un altro. Se non fosse tragico ci sarebbe da ridere.
Infine una domanda: in questi due mesi e mezzo quali provvedimenti sono stati assunti per il progresso di Roma e dei romani?