Nel Pd riaffiora la centralità dei temi sociali. Era ora! La povertà, l’impoverimento della classe media, la mancanza di lavoro e l’accrescersi delle disuguaglianze a favore di pochi ricchi, sono la prima urgenza. Non mi accodo al giochino propagandistico di chi dice che non si mangia con la cultura o con le riforme istituzionali: il governo e il Parlamento devono saper affrontare contemporaneamente le questioni più rilevanti. Ma quelle socio-economiche devono essere una priorità per la sinistra. Servono proposte, politiche per una redistribuzione della ricchezza ed un nuovo modello di equità. Il Pd deve tornare nelle periferie, ascoltare chi subisce ingiustizie. Non basta raccontare sui social, a volte ai banchetti, cosa abbiamo fatto.
Cosa proponiamo in Europa? È giusto battersi, come fa il governo, per avere più flessibilità di bilancio e investire in sviluppo sostenibile. Occorrono anche scelte immediate e incisive. Un esempio: Enrico Letta ha avanzato la proposta di un Erasmus del lavoro. L’occasione per un’esperienza di apprendistato in un paese straniero per un milione di giovani. Sono d’accordo. Proviamo a sostenerla con convinzione?
Diamo con la prossima legge di Stabilità una risposta al disagio di milioni di pensionati che guadagnano poche centinaia di euro. Il Servizio Sanitario Nazionale sta perdendo colpi, diventando meno universale anche in regioni un tempo all’avanguardia. Sono indispensabili risorse ed efficienza, dal momento che ormai tanti italiani sono costretti a rinunciare alla Sanità pubblica. Altri non si curano perché non hanno i soldi per rivolgersi ai privati. L’istruzione è irrinunciabile, a partire da un programma per generalizzare il diritto all’asilo nido, fino all’università. L’Italia tra i paesi più avanzati ha un minor numero di laureati e stanno diminuendo gli iscritti, aumentando le tasse. Facciamo finta di niente o cambiamo strada? Il jobs act per alcuni aspetti sta funzionando: perché non riconoscerlo. Al tempo stesso i voucher, – lo si era detto – cosi come sono stati previsti, producono distorsioni ed uno sfruttamento ingiusto.
In poco tempo non possiamo risolvere tutti i problemi, ma dobbiamo affrontarli con energia. Le risorse sono limitate: bisogna valorizzare il grande patrimonio italiano del terzo settore e creare sistemi virtuosi di sussidiarietà. Dobbiamo avere un sistema fiscale più, non meno progressivo: le tasse pesano oggi soprattutto su chi lavora o è in pensione e sono insopportabili per chi ha redditi medio-bassi. Tutti devono pagarle, ma secondo le loro possibilità. Anche a questo servono le nuove tecnologie.