Il risultato del primo turno delle elezioni amministrative non è soddisfacente. Lo ha riconosciuto Renzi, correggendo prime, formali e inutili dichiarazioni di esponenti del vertice Pd.
Per un bilancio politico del Partito democratico è corretto aspettare l’esito dei ballottaggi. Ma qualche verdetto è stato emesso e un indirizzo generale emerge: ci sono evidenti segnali di scollamento tra il nostro partito, i suoi candidati e un’area consistente dell’elettorato di sinistra.
È stato un errore serio stringere, in alcune città, alleanze con formazioni lontanissime da noi per collocazione culturale e politica: il Pd è nato per far vivere la democrazia dell’alternanza, non per realizzare confuse aggregazioni di destra e sinistra. Un conto è una convergenza autonoma di voti – aggiuntivi rispetto alla maggioranza di governo – del gruppo Ala su alcuni provvedimenti, un altro è dare vita ad una alleanza politico-programmatica. Napoli e Cosenza dimostrano che non c’è spazio per il Partito della Nazione. Quelle scelte hanno pesato negativamente sulla passione dei nostri militanti, sulla chiarezza della nostra identità, sulla coerenza delle nostre scelte. Il Pd ha senso e può guidare l’Italia e migliaia di amministrazioni comunali e regionali se è il partito della sinistra plurale, alternativa alla destra e ai populismi. Dobbiamo piuttosto affrontare una reale innovazione nella nostra proposta di contenuti. In molti casi ci manca. Riproponiamo vecchie ricette buone per il governo locale negli anni 90 e di inizio 2000. Riforma del welfare – con le priorità rappresentate da istruzione e sanità, in presenza di risorse finanziarie decrescenti – ambiente, efficienza e motivazione della Pubblica Amministrazione, nuovi modelli di partecipazione dei cittadini. Per riuscirci, come per vincere le elezioni e governare bene, serve un partito forte, in grado di accompagnare l’azione istituzionale con l’ascolto, l’aggregazione, l’iniziativa, la sollecitazione, non la semplice propaganda dei risultati ottenuti dai governi. Dobbiamo lavorare sui punti di debolezza, consapevoli però che non esiste uno spazio politico, praticabile alla nostra sinistra. Questo confermano le elezioni. Sarà dunque bene mettere le nostre energie e le nostre idee per rendere più grande e migliore il Pd, intanto per farlo risultare vincitore nei ballottaggi del 19 giugno.