“Siamo qui per ribadire e rafforzare i rapporti di amicizia con l’Italia, fondati sulla storia, sulle convergenze e i grandi obiettivi che uniscono i nostri paesi. Negli incontri istituzionali abbiamo espresso l’auspicio della gran parte delle forze parlamentari italiane affinché ci sia forte impegno per l’ingresso del Montenegro nell’Unione Europea. A questo scopo è essenziale consolidare i rapporti tra i nostri parlamenti e verificare il buon andamento dei negoziati”.
Lo ha detto il presidente della commissione Politiche Ue del Senato Vannino Chiti, che guida una delegazione di senatori in visita nel Montenegro. I parlamentari ieri hanno incontrato il presidente della Repubblica Filip Vujanović, il presidente del Parlamento Ranko Krivokapić, la vice presidente Marija Ćatović e i componenti della commissione parlamentare per l’Integrazione Europea.
“I vertici del Montenegro – aggiunge Chiti – hanno inoltre manifestato l’augurio affinché l’Italia possa essere la prima a ratificare l’adesione del loro paese alla Nato. L’ampliamento di Ue e Nato è un contributo alla stabilità nei Balcani e al consolidamento della democrazia.
Si è avuto conferma del fatto che la visita dello scorso anno del presidente della Repubblica Mattarella sia stata significativa, dall’alto valore simbolico e dalla portata storica: ha consentito di verificare la profondità dei rapporti bilaterali, il ruolo dell’Italia nella Regione e ha impresso un rinnovato slancio. È necessario anche far sentire il nostro sostegno alle imprese italiane presenti in Montenegro, per questo abbiamo incontrato alcuni loro rappresentanti”.
Oggi la delegazione prenderà parte all’inaugurazione della mostra ‘Sulle ali della bora, nel ruggito del Leone. Da Trieste a Cattaro sulla rotta di Venezia’ e vedrà i rappresentanti della comunità italiana in Montenegro: “la loro presenza – conclude Chiti – è stata definita dai presidenti Mattarella e Vujanović un modello di integrazione positiva. Tanto più importante per il percorso di costruzione dell’Ue e alla luce delle difficoltà che viviamo nella coesione tra popoli, culture e fedi”.