Il leader della Lega nord Salvini colleziona una nuova alleanza. Dopo l’estrema destra francese di Marine Le Pen, in Pennsylvania ha celebrato la sua vicinanza con Donald Trump. Il candidato repubblicano alle presidenziali degli Stati Uniti propone: di non chiudere il supercarcere di Guantanamo; di costruire un muro al confine con il Messico per respingere gli immigrati, come se il cemento fosse la soluzione al bisogno di lavoro e dignità in mezzo mondo; di cancellare lo ius soli. I figli degli immigrati con Trump non saranno più americani: sarebbe cancellata una storia di apertura a donne e uomini di diverse razze e culture, su cui si fonda la grandezza degli Stati Uniti. Poi la solita ricetta della destra: abbattimento delle tasse ai più ricchi e conseguente distruzione delle politiche sociali, a partire dalla riforma sanitaria voluta da Obama. Anziché un passo avanti nella universalità dei diritti, un brutale regresso che spazza via solidarietà, redistribuzione del reddito, welfare.
Salvini ha anche promesso di fare lui da tramite tra Trump e Putin: se è così, sono messi davvero male!
In Europa esistono due destre: una democratica, europeista, repubblicana; un’altra nazionalista, intollerante, spesso reazionaria. Salvini ha scelto la seconda. Le forze populiste prendono campo per limiti sia delle sinistre che delle destre. Il fronte progressista non riesce ad avanzare una proposta convincente per contrastate le disuguaglianze, creare sviluppo sostenibile, gestire i fenomeni migratori, dare vita a una nuova stagione di democrazia partecipativa.
Le destre invece accarezzano gli istinti del populismo, ma rischiano di essere travolte proprio da chi li ha sposati in pieno.
Anche in Italia esiste questa divisione, con il rischio che a prevalere sia la destra xenofoba e antieuropea. Il senatore Casini propone una riunificazione del centrodestra moderato e una sua stabile alleanza con il Pd. Se nel nostro paese nascesse un fronte conservatore democratico, come in Francia, Spagna, Gran Bretagna, sarebbe una buona notizia. Non è invece positivo un connubio permanente tra Pd e centrodestra. Farebbe vincere l’alternativa populista. Nella democrazia dell’alternanza sinistra e destra democratica, normalmente, devono contendersi la vittoria alle elezioni e il governo del paese. L’alternanza e la reciproca legittimazione sono anche un ottimo anticorpo contro la deriva della politica, della cultura della legalità, della serietà dei programmi. È di questo che abbiamo bisogno.