Attentati-Parigi-cosa-è-successo-nelle-tre-ore-al-Bataclan-11-300x200Negli attentati di Parigi è stato colpito ogni cittadino: la nostra civiltà fondata sulle libertà, la democrazia, i diritti umani.
Sono azioni di guerra, ma non è uno scontro tra civiltà, tra oriente e occidente, tra cristianesimo e islam. Non è una guerra tra religioni. Guai a cadere in questo errore: chi usa la fede e il nome di Dio per giustificare la violenza, come ha detto Papa Francesco, bestemmia. Tunisi, Beirut, l’aereo russo di ritorno dall’Egitto, Parigi sono gli ultimi colpi di un terrorismo, nemico della convivenza pacifica tra le persone e tra i popoli.
La solidarietà e la vicinanza alla Francia e al popolo francese sono doverose ma non bastano: religioni, culture, cittadini, Stati devono essere in campo con fermezza per difendere la libertà e il futuro dell’umanità. In particolare le autorità religiose dell’Islam devono svolgere ovunque, da noi e nei paesi dove quella religione è maggioritaria, un ruolo attivo nell’isolare, condannare, contribuire a sconfiggere chi commette crimini coprendosi in modo strumentale con quella fede.
In questa circostanza apprezzo pienamente la linea del nostro governo, espressa dal presidente Renzi.
C’è bisogno di ‘più Europa’: di un’Unione responsabile di una politica estera e di sicurezza comune, di grandi scelte che la rendano protagonista nel mondo, non di una burocrazia sterile, concentrata su rigidi parametri finanziari e su regole che disciplinano i più disparati ambiti della vita quotidiana, dal taglio dell’erba nei giardini domestici alla ristrutturazione degli immobili!
Dobbiamo innanzi tutto potenziare le forze di sicurezza e intelligence; la comunità internazionale deve contrastare l’esistenza delle organizzazioni terroristiche, ridefinendo assetti di stabilità e pace nel Medio Oriente e nel Nord Africa: il vuoto istituzionale è il terreno fertile su cui proliferano le agenzie di morte. Bush con la guerra in Iraq e Gran Bretagna e Francia con quella in Libia hanno determinato crisi, odi, assenza di prospettive, che hanno fatto proliferare l’Isis. È poi una responsabilità incompatibile con l’esser parte della comunità internazionale, quella di alcuni Stati che per opportunismo finanziano gli assassini dello Stato islamico.
Libertà e democrazia sono valori irrinunciabili, più forti del terrore: vinceremo tutti insieme questa guerra scatenata dai fanatici contro la nostra civiltà.