IMG_0024.JPG”Matteo Ricci – mi si dice addirittura vicepresidente del Pd – ha, sembra, poca dimestichezza con la Costituzione. Prima di tutto le elezioni le decide, quando abbia verificato la non possibilità di maggioranze di governo, il Presidente della Repubblica nei cui confronti occorrerebbe un po’ piu’ di rispetto”.
Lo afferma il senatore del Pd Vannino Chiti.
”In secondo luogo – aggiunge Chiti – minacciare elezioni da parte di chi oggi governa è il massimo dell’irresponsabilita’ di fronte alla crisi da cui non siamo usciti, al rischio di uno tsunami per le difficoltà dell’economia cinese, alla tragedia dei migranti, ai focolai di guerra e all’instabilità nel Mediterraneo. Infine Ricci e amici dovrebbero smetterla di raccontare bugie: non c’è chi non vuole e chi vuole le riforme. C’è chi propone riforme che valorizzino il ruolo dei cittadini e chi vuole metterlo tra parentesi, cieco anche di fronte a ciò che sta avvenendo nei territori dopo la vicenda delle Province. C’è chi sostiene che con il rafforzamento del ruolo del premier e del governo sia necessario individuare ‘pesi e contrappesi’ per un corretto equilibrio democratico e chi un giorno lo dichiara e il giorno dopo lo nega. C’è chi da due mesi ha fatto proposte per confrontarsi su questi temi e costruire un’unità vera nel Pd, nella maggioranza di governo e con le opposizioni disponibili a superare il bicameralismo paritario e chi risponde con ultimatum, manifestando una visione della politica priva di pensiero e ricca di conformismi opportunistici. Dopo di che ai tanti ruggiti del topo che riempiono di frastuono l’aria va ancora una volta ricordato che la Costituzione viene prima dei governi, dei parlamenti e dei partiti: appartiene ai cittadini italiani. E questo non cambia né se si vuol votare con il consultellum, affidando l’Italia a grandi coalizioni permanenti, né se si vuol votare con l’italicum, che però entrerà in vigore nel luglio 2016. È dura riconoscere che anche nel partito, al quale si è iscritti, c’è chi proprio non ce la fa a tenere distinti valori fondamentali e convenienze personali con le quali agisce e con le quali giudica gli altri: temo per deficit dei primi”.