“Dopo quasi due mesi da un documento sulle riforme sottoscritto da 25 senatori Pd e inviato al segretario-premier e ai presidenti dei gruppi parlamentari, non si sono avuti né confronti né incontri. In compenso oggi siamo stati gratificati con battute da avanspettacolo non all’altezza né del meeting di Cl né del ruolo di premier. Democrazia e voto dei cittadini non sono il telegatto. Altro che poltronificio: la nostra iniziativa determina la riduzione a 100 dei senatori”. Lo afferma il senatore della minoranza Pd Vannino Chiti all’ANSA.
”Inoltre, sono stati respinti nostri emendamenti per ridurre a 475 gli attuali 630 deputati – aggiunge il senatore Chiti – Così come è inutile aggirare il merito delle questioni: italicum, capilista nominati, premier eletto dai cittadini e senatori negoziati nei consigli regionali determinano squilibri. Renzi stesso aveva parlato mesi fa della necessità di pesi e contrappesi: non al telegatto ma con una lettera pubblica a La Stampa. A meno che non si trattasse del noto ritornello “state sereni..” con quel che segue. Solo che la Costituzione è dei cittadini italiani, non dei governi, del Parlamento o dei partiti”.