Vannino Chiti - Senatore della Repubblica

Vannino Chiti – Senatore della Repubblica

”Per carattere e formazione non mi piacciono le polemiche personali. Non rafforzano la fiducia dei cittadini nella politica. Ma c’è un limite oltre il quale fingere di non vedere o far finta di niente non aiuta il Pd, non giova al suo futuro né soprattutto a quello del nostro paese.

Leggo Marcucci e apprendo che dovremmo essere o subalterni e muti nel Pd, oppure irrilevanti fuori da esso”.
Cosi’ il senatore del Pd Vannino Chiti replica all’intervista di Andrea Marcucci su Avvenire.
”Conosco Marcucci da quando era un giovane deputato del Pli di Altissimo. A dire il vero mi pareva più aperto allora. Capisco che la convinzione di determinare la vita e le scelte di un partito che non ha consensi pari all’1% virgola, possa dare le vertigini ma sarebbe necessario un po’ di equilibrio. I voti dei cittadini non sono una rendita: si devono conquistare volta volta. Il Pd e’ nato per il sogno di unire anche in Italia in una casa comune i progressisti del XXl secolo: una sinistra plurale, i riformisti di sinistra, credenti e non credenti. Nei bar, nelle stazioni, sul treno, davanti ai luoghi di lavoro e di studio incontro persone che mi chiedono se il Pd voglia ancora rappresentare la sinistra. Chi non ce lo chiede più  purtroppo ha già fatto la scelta di lasciare la tessera, di non andare a votare per noi. Irrilevanti dice Marcucci con una scrollatina di spalle. Starei più attento: bisognerebbe cercare di capire, approfondire un confronto, avanzare proposte che rispondano alle sfide di oggi e ai bisogni di tanti. Arroganza, superficialità, sicumera: sono questi gli atteggiamenti che aprono autostrade ai Grillo e ai Salvini. Non si deve avere paura del confronto, di sedi democratiche di decisione: quello che non serve è l’autosufficienza e l’autopromozione”.