chiti_vannino_57071Nelle cronache della peggiore politica – quella che allontana i cittadini – fa bella mostra di sé il nascente gruppo degli autoproclamatisi senatori ‘responsabili’, capeggiati da Verdini. I portavoce dei sedicenti ‘liberali’ non escludono un sostegno alla riforma costituzionale e ad altri provvedimenti del governo: anzi sono questi i motivi alla base dell’operazione dopo la rottura, forse presunta, del Patto del Nazareno. La ministro Boschi ha definito normali e di fatto ha benedetto questi apporti. È allora il caso di essere chiari: l’approvazione di un’ampia revisione della Costituzione o di atti del governo sostituendo voti della maggioranza con quelli di un gruppo finora all’opposizione, sarebbe un fatto politico grave, non archiviabile come un semplice episodio. Intese con esponenti lontani anni luce dalla storia e dai valori della sinistra e del centrosinistra, con concezioni della legalità come di un reperto antimoderno, segnerebbero un prima e un dopo nella storia del Partito Democratico.
Saremmo inoltre di fronte ad una modifica della maggioranza che sostiene il governo. Ciò richiederebbe le verifiche che la Costituzione e le regole parlamentari esigono.
Voglio ancora sperare che ci troviamo di fronte ad annunci da fantapolitica. Considerazioni attribuite da alcuni giornali al presidente del Consiglio Renzi confermerebbero la mia valutazione di improponibilità di scambi di voti e di una supplenza da parte degli autoproclamatisi ‘responsabili’. Sono convinto che rendere protagonista decisivo il nuovo gruppo, espressione ancora una volta di trasformismo politico, non avvicinerebbe buone riforme, ma farebbe correre un rischio alla stessa tenuta della legislatura.
Per rinnovare la nostra democrazia c’è bisogno innanzi tutto dell’unità nel Pd. Altra cosa è, naturalmente, l’auspicio di un ampio consenso parlamentare che, sulle modifiche alla Costituzione, vada oltre la stessa maggioranza di governo.
La Costituzione non è né dei parlamentari né dei governi: è dei cittadini italiani. Cambiarla con maggioranze disinvolte e impresentabili rappresenterebbe una sconfitta della politica ma prima ancora del Pd.