Vannino Chiti - Senatore della Repubblica

Vannino Chiti – Senatore della Repubblica

Il Consiglio europeo si occuperà di due temi decisivi per il futuro dell’Europa: l’accordo della Grecia con i creditori internazionali e la tragedia dei migranti.
Sulla Grecia è necessario e urgente un accordo equilibrato che impedisca ipotesi strampalate come “grexit”, cioè l’uscita dall’euro, e ponga al centro la dignità di vita del popolo greco, già duramente colpito da anni di austerity. L’Unione deve imboccare la strada di uno sviluppo che sappia dare opportunità di occupazione: è indispensabile per tutti, non solo per i paesi del Mediterraneo.
Sui migranti abbiamo assistito a uno spettacolo sconfortante e a rigurgiti di nazionalismo. Lo schieramento della gendarmeria francese alla frontiera di Ventimiglia, al di là del rispetto o meno degli accordi di Schengen e di quelli franco-italiani di Chambéry, è un simbolo del declino intrapreso, ormai da anni, dal processo di integrazione europea. La Francia, già patria dell’accoglienza, respinge alcune decine di cittadini che hanno diritto all’asilo politico, e contesta il dovere dei 28 paesi dell’Unione di farsi carico, con spirito di solidarietà, di circa 40 mila rifugiati. L’Ungheria annuncia la costruzione di un nuovo muro che la separi dalla Serbia. In poche ore riemergono le tinte oscure dei muri eretti sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale.
Così si rischia di sbandare: l’Europa dei vertici intergovernativi e, addirittura, degli scontri tra paesi fondatori, non va da nessuna parte.
Ancor di più c’è la necessità di far camminare concretamente la realizzazione di una democrazia sovranazionale. Solo gli Stati Uniti d’Europa possono garantire un futuro di benessere e pace.
L’Asilo politico è un diritto umano indiscutibile e l’Europa, come è scritto nei suoi valori fondanti, ha il dovere di accogliere e proteggere chi ne ha i requisiti.
Il flusso di migranti economici è regolato da leggi che devono essere fatte rispettare: l’Europa ha il dovere etico di offrire soccorso e assistenza, ma anche il diritto di riportare nei paesi d’origine chi non è arrivato da noi legalmente. Spetta poi alla comunità internazionale mettere in campo – in Africa – progetti di cooperazione che aiutino a costruire sviluppo e una vita migliore.
La “nostra” Unione Europea ha a sua base i diritti umani: solidarietà, inclusione, libertà, uguaglianza.