00220068Domenica prossima si voterà in 7 regioni italiane per rinnovare i consigli e eleggere i presidenti.
Queste elezioni assumono un significato particolarmente importante per due motivi.
L’idea di un federalismo solidale, che avevamo iniziato a realizzare nello scorso decennio, è in crisi. Il rischio è quello di buttare il bambino con l’acqua sporca. Partendo da fatti negativi come gli sprechi di denaro pubblico nelle amministrazioni regionali, le malefatte di tanti consiglieri che hanno utilizzato in modo disinvolto i soldi dei cittadini, alcune inchieste che hanno riguardato giunte regionali e i loro presidenti, è montato un vento di opinione che rischia di travolgere il ruolo delle Regioni. È un errore: i comportamenti scorretti devono essere individuati e puniti ma la soluzione non è riportare l’organizzazione del nostro Stato a un centralismo fuori tempo e fisiologicamente inefficiente. Le Regioni e le autonomie locali sono necessarie per valorizzare le potenzialità dei territori e dare risposte alle esigenze degli abitanti. Sono le istituzioni più vicine ai cittadini. La riforma costituzionale che rivede il Titolo V risente di questo neo-centralismo senza futuro. La speranza è che le Regioni, più che nel recente passato, vogliano essere protagoniste. Non si tratta di tutelare in astratto le loro prerogative ma l’interesse dei cittadini e della democrazia di avere istituzioni efficienti.
Un altro aspetto importante è la partecipazione al voto. Le elezioni in Sardegna, Basilicata, Emilia Romagna e Calabria degli ultimi due anni hanno lanciato un allarme: c’è una forte disaffezione dei cittadini verso le istituzioni. La democrazia senza partecipazione non funziona, regredisce. Non si può sottovalutare un tema così decisivo, che ci riguarda tutti: governo, Parlamento, partiti politici. I cittadini chiedono di poter decidere più che in passato. È giusto, ma bisogna iniziare dal partecipare al voto in modo consapevole.
Votare per il Partito Democratico è oggi la scelta giusta per rafforzare l’impegno, già avviato a livello nazionale, per il rilancio dell’occupazione e dello sviluppo, la realizzazione di un welfare moderno, la costruzione di una società più giusta e solidale. È questo il mio invito convinto.