00220068Sabato scorso con la manifestazione a Roma, Salvini e la Lega hanno reso evidente il loro approdo politico. Vi è un netto spostamento sulla estrema destra, tanto che vi hanno potuto predere parte, del tutto legittimate, formazioni neofasciste, in particolare Casapound. In piazza si sono viste croci celtiche e immagini di Mussolini, si sono sentiti messaggi razzisti, inni all’intolleranza. La Lega di Salvini è strettamente alleata del Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Oggi sono i suoi uomini più aperti e di governo, espressione del centrodestra, come il sindaco di Verona Tosi, a conoscere l’isolamento, mentre il presidente della Lombardia Maroni tace.
Emerge ancor più nitidamente la crisi delle destre italiane, nel crepuscolo di Berlusconi. L’Italia avrebbe bisogno di una destra democratica di tipo europeo.
Non è immaginabile che il centrodestra italiano realizzi la sua ricostruzione intorno a Salvini e al lepenismo. Certo non è auspicabile. Da sinistra, ritengo importante per l’Italia avere un bipolarismo maturo, con uno schieramento conservatore e di destra pienamente inserito nella famiglia del Partito popolare europeo. Non mi ritrovo nei valori della destra né condivido i suoi programmi in Europa per l’economia, il lavoro, il fisco, il rinnovamento delle istituzioni. Si tratta però di impostazioni coerenti con la democrazia, la tolleranza, il rispetto dei diritti umani. E l’Unione europea non approderà ad una vera democrazia sovranazionale senza un’intesa tra la sinistra e la destra democratiche. Le posizioni della Lega sull’immigrazione, sulla tragedia dei migranti che fuggono da guerre e carestie, sul diritto all’asilo, sulla legittima difesa personale in stile far west, sul pluralismo culturale e religioso, escono dal quadro dei valori repubblicani.
La Costituzione è patrimonio di tutti gli italiani. La Lega lepenista può, nel breve periodo, mietere consensi, ma l’estremismo le sbarrerà il successo dell’approdo al governo. Sta al centrodestra scegliere un’altra via. Per parte nostra, ancor più abbiamo l’esigenza di rendere il Pd una sinistra plurale, protagonista in Europa, capace di dare speranza e fiducia all’Italia.